- far arrivare il suono al cervello per essere codificato e interpretato
- permettere di mantenere correttamente l’equilibrio
Il termine “ipoacusia”, indica una diminuzione dell’udito che sarà più o meno grave a seconda della sede e dell’entità della lesione. Il deficit uditivo può verificarsi in qualsiasi momento della vita di una persona, ma creerà conseguenze diverse a seconda dell’epoca d’insorgenza. L’ipoacusia può presentarsi isolata o associata ad altri sintomi quali acufeni, vertigini, ovattamento auricolare e può avere un decorso molto variabile che va dall’evento acuto, improvviso, ad una perdita progressiva più o meno lenta. Il deficit uditivo è la prima fonte di malattia professionale a causa dell’abnorme esposizione al rumore a cui siamo sottoposti nella vita quotidiana e lavorativa. A seconda della zona dell’orecchio in cui si manifesta il problema avremo ipoacusie trasmissive, neurosensoriali, miste.
Il deficit uditivo viene classificato in base alla sua severità in quattro stadi. La classificazione è stata stabilita dal Bureau International d’Audiophologie.
- Lieve: lesione compresa tra i 20 e i 40 dB
- Media: lesione compresa tra i 40 e i 70 dB
- Grave: lesione compresa tra i 70 e i 90 dB
- Profonda: lesione uguale o superiore ai 90 dB
I rimedi per l’ipoacusia possono essere chirurgici, farmacologici, protesici.
Soprattutto quando il danno è permanente e relativo al funzionamento dei recettori cellulari periferici o nervosi (neurosensoriale), la soluzione più idonea ed indicata è l’utilizzo degli apparecchi acustici; in casi selezionati è indicato l’utilizzo delle protesi acustiche impiantabili chirurgicamente o dell’impianto cocleare. L’esame di base per valutare una sospetta ipoacusia è l’esame audiometrico al quale verranno affiancati ulteriori esami di approfondimento a seconda del risultato ottenuto e dei sintomi riferiti dal paziente in fase di anamnesi.
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